Gli strumenti suonati quest’occasione

 

 

 Syrinx: flauto costituito da 5 o 7 canne per arrivare a 12 e più era costruito in canna, cicuta, legno o terracotta. Il mito narra che il Dio Pan si era perdutamente innamorato della Ninfa arcade Syrinx che per sfuggirgli si trasformò in canna palustre. Pan che credeva d'averla presa e che al posto della Ninfa si trovò in mano un mazzetto di canne, sospirò e così produsse un suono dolce e delicato. Unì poi le canne con la cera e chiamò lo strumento come la Ninfa. Le nostre ricostruzioni sono tratte dall’ iconografia e per l’accordatura ci siamo basati su studi dell’etnomusicologo Curt Sachs.

 Avena, Calamus,Fistulae: fischietto, flauto pastorale dritto o traverso (meno usato). Strumento singolo o doppio nel qual caso prende il nome generico di tibiae. In canna, legno, metallo, osso e avorio.

 Tibiae: nome generico che indica uno strumento doppio, poteva avere ancia semplice, doppia o imboccatura a zeppa.

Principalmente le tibiae erano costruite in tre modi: Dorico, Frigio e Lidio. Il modo era determinato dalla posizione del semitono all'interno del tetracordo discendente. Il modo Dorico aveva il semitono alla fine (la, sol, fa, mi); quello Frigio in mezzo (sol, fa, mi, re) e quello Lidio all'inizio (fa, mi, re, do).

Potevano essere Pares od Impares. Quelle Pares, della stessa lunghezza, avevano i fori posti nello stesso modo e potevano essere più acute (dextrae) o più gravi (sinistrae). Probabilmente la melodia era suonata contemporaneamente con le due mani oppure solo con la destra mentre la sinistra produceva una nota fissa d'accompagnamento (bombus).

Le Impares avevano la canna destra più corta e quindi più acuta della sinistra, cosa che permette di proporre una melodia con la mano destra ed una risposta con la sinistra. A questo proposito Varrone nel I° sec. a.C. le chiama tibia incentiva e tibia succentiva. Un'altra possibilità è quella di suonare la melodia con la destra accompagnandosi con un ostinato della mano sinistra. Anche con le tibiae impares è possibile l'accompagnamento della melodia con il bordone.

I numero dei fori per ogni singola mano è passato da 3 a 15. Era possibile avere così tanti fori, in quanto ogni singola canna dello strumento era a sua volta composta da 2 tubi, ambedue forati ed inseriti l'uno dentro l'altro, che con un sistema di segmenti rotanti permetteva di aprire o chiudere determinati fori passando così da un modo all'altro. Questo permetteva ai tibicines di avere un solo strumento anziché i tre dei modi già detti.

Le tibiae a volte erano suonate con una fascia che copriva la bocca (Capistrum) che serviva a mantenere fermi gli strumenti ed a facilitare la tecnica del fiato continuo. In questa tecnica le guance dell'esecutore fungono da riserva d'aria come la sacca della zampogna, permettendo così di produrre un suono senza interruzione e contemporaneamente prendere fiato.

Durante le Idi di Giugno nel Quinquatrus Minore si festeggiava il Collegium Tibicinum Romanorum.

 Le nostre Tibiae sono state ricostruite dal M° Alberto Mariani.

 Obllicuum calamum: flauto semitraverso usato per i riti del culto di Iside insieme al sistrum. In uno scavo egiziano ne è stato ritrovato un esemplare del tutto simile a quello ancora oggi in uso e che noi utilizziamo.

 Utricularium: zampogna con sacca di pecora o capra. Probabilmente aveva una o due canne ad ancia. Quella da noi utilizzata è di provenienza Cretese e secondo Curt Sachs è identica all’Utricularium romano.

 Bucina:        strumento da segnalazione in corno animale o conchiglia. Imboccatura dritta o laterale. Le nostre ricostruzioni sono di varia provenienza, ma quasi tutte sono state fatte da Alberto Corinaldesi per i corni animali ed in proprio per le conchiglie.

Tuba: principalmente d'uso militare, in bronzo con tubo cilindrico con campana finale. Non ha fori ma può produrre vari suoni basandosi sul principio degli armonici. Il suo suono è stato descritto come horribilis, raucus, rudis o terribilis ma anche con un termine onomatopeico " taratantara".

Il 23 Marzo ed il 23 Maggio si celebrava il Tubilustrium per purificare le tube attraverso un rituale. Ricostruzioni di Massimo Monti con l’ausilio degli studi del M° Meucci.

 Cornu: in bronzo con tubo leggermente conico con padiglione finale. A forma di G. Più versatile e dolce della tuba era usato dai militari ma anche nei funerali, durante i baccanali e negli spettacoli circensi. Nell'Epigrafe di Lambaesis si parla di 36 cornicines che facevano parte della legione africana. Ricostruzioni di Massimo Monti con l’ausilio degli studi del M° Meucci e della ricostruzione presente presso il Museo della Civiltà Romana a Roma.

 Rhombus: strumento rituale. Costituito da una tavoletta di legno, osso od avorio legata ad una corda che roteando emette un suono roboante.

 Lyra: strumento usato principalmente da non professionisti. La cassa armonica era formata da un carapace di tartaruga, sostituito in seguito dalla stessa forma di legno e poi in bronzo, ricoperta di pelle. Due corna animali trasformate poi in legno sostenevano una traversa orizzontale. Le corde fissate alla cassa armonica, poggiavano su di un ponticello ed erano fissate alla traversa con dei rotoli in cuoio bovino e successivamente con dei piroli. Le corde, tutte della stessa lunghezza e di diverso spessore, erano di canapa ed in seguito di budello e variavano da 3 a 12, ma più comunemente ne erano usate 4 o 7. Era suonata sia con le dita sia con dei grandi plettri d'osso od avorio. La nostra è una ricostruzione di Massimo Monti, ispirata a varia iconografia, descrizioni delle fonti e studi di dell’etnomusicologo Curt Sachs.

 

Cithara:        di maggiore sonorità rispetto alla lyra, era usata dai professionisti. Era realizzata interamente in legno. Da 3 arrivò fino a 18 corde della stessa lunghezza e spessore diverso. Era suonata sia con le dita sia con dei grandi plettri d'osso od avorio. La nostra Cithara è stata ricostruita da Mauro Carpiceci secondo il modello della statua dell’Apollo Citaredo che si trova nella Galleria degli Uffizi.

Crotala:        percussione di legno di varie forme, tavolette, cucchiai, nacchere. Le Crotalistrie erano danzatrici che ballavano con movimenti ritenuti lascivi accompagnandosi con i crotala. Molto richieste nei banchetti, le più famose erano le Gaditanae, provenienti da Cadice. Ricostruzioni basate sull’iconografia e permanenze varie.

 Scabillum: nacchera da piede di legno, aveva la funzione di scandire stacchi ed attacchi. Ricostruzioni basate sull’iconografia e descrizioni delle fonti.

 Cymbala: piattini metallici di varie dimensioni, suonati in coppia. Usati per scandire il tempo e per la danza. Arrivarono a Roma insieme al culto di Cybele, da cui prendono il nome.

 Discos:        grande piatto di bronzo. Era usato anche per segnalare l'apertura e la chiusura delle terme.

 Tympanum: grande tamburo a cornice monopelle. Usato per scandire il tempo. Per la danza ne era usato uno più piccolo a volte con piattini inseriti nella cornice.

Sistrum:       sonaglio rituale proveniente dall'Egitto facente parte del culto d'Iside, introdotto a Roma nel I° sec. a.C. Di bronzo, consisteva in un manico a forma di colonnetta sormontato da una verga piegata a forma di U e attraversata da una serie di sbarrette mobili che tintinnavano scuotendo lo strumento. Il nostro esemplare è stato ricostruito da Marco Sciascia con le tecniche antiche di fusione del bronzo sul modello di un reperto del Museo Nazionale degli Strumenti Musicali di Roma.

 Tintinnabulum:     campanello di bronzo o terracotta di varie forme. Era usato anche appeso alle porte per strada per segnalare il passaggio delle persone o dei carri.