IL TEMPO di Lucio Anneo Seneca

 

 IL VALORE DEL TEMPO

... il tempo ci viene tolto o sottratto, quasi a nostra insaputa, oppure ci sfugge non si sa come.

E la cosa più indecorosa è perderlo per trascurata leggerezza.

Prova a pensarci: gran parte della vita ci scappa via mentre agiamo in modo sbagliato, la maggior parte mentre stiamo senza far niente, e l'intera esistenza trascorre in occupazioni inutili e che non ci riguardano veramente.

Trovami, se sei capace, uno che dia al tempo il giusto valore, che capisca quanto può essere importante una giornata, che si renda conto che noi moriamo un po' ogni giorno! Perché questo è il punto: noi pensiamo alla morte come a qualcosa che sta davanti a noi, mentre in gran parte è già alle nostre spalle: tutta l'esistenza trascorsa è già in suo potere.

Allora, … tieni stretto il tuo tempo ora per ora; dipenderai meno dal futuro, se avrai in pugno il presente.

Mentre rimandiamo le nostre scadenze, il tempo passa.

Tutto ci è estraneo, … solo il tempo è veramente nostro: l'unica cosa di cui la natura ci ha fatto padroni; ma è passeggera e instabile, e chiunque può estrometterci da questa proprietà.

Che sciocchi gli uomini! Quando ottengono da qualcuno delle inezie di nessun valore, facili da rimpiazzare, sono pronti a farsele mettere in conto; ma non c'è nessuno che si senta in debito, se gli si concede del tempo; eppure questa è l'unica cosa che non si può restituire, nemmeno se si prova grande riconoscenza.

PASSATO, PRESENTE, FUTURO

La vita si divide in tre momenti:

passato, presente, futuro.

Di questi il presente è breve,

il futuro dubbio, il passato certo.

Su quest'ultimo la sorte ha perduto ogni potere: il passato non può più dipendere dal capriccio di alcuno.

… è la parte sacra e inviolabile del nostro tempo: sta al di sopra di tutti gli eventi umani, fuori dal dominio della sorte, non presenta incognite, non è toccata da povertà o malattie, non può essere sconvolta né esserci strappata: la si possiede così com'è per sempre, senza brividi. ...basta un cenno e il passato ci starà davanti e lo potremo valutare e trattenere...

Il presente è brevissimo, tanto da poter sembrare inesistente; infatti è sempre in movimento, scorre, precipita, cessa di essere prima ancora di arrivare...

Spazia ampiamente la vita del saggio, che non si sente chiuso, come gli altri, entro limiti angusti e, sottratto alle leggi comuni, ha tutti i secoli al suo servizio, come fosse un Dio: abbraccia col ricordo il passato, utilizza il presente, pregusta il tempo che deve ancora venire.

A lui rende lunga la vita questa possibilità di unire tutti i tempi insieme.

Brevissima invece e piena di angosce è la vita di chi dimentica il passato, trascura il presente e ha paura del futuro.

 IL CONSUMO DEL TEMPO

Voi vivete come se doveste vivere sempre, non pensate mai alla vostra fragilità, non volete considerare quanto del vostro tempo è già trascorso; buttate via il tempo come se lo attingeste da una fonte inesauribile: mentre, forse, quel giorno che voi regalate a una persona o a un affare, è l'ultimo per voi. Avete paura di tutto perché vi sapete mortali, ma tutto bramate, come se foste immortali.

Molte volte si sente dire: "A cinquant'anni mi ritirerò a vita privata, coi sessanta abbandonerò ogni impegno".

Ma chi ti garantisce che vivrai ancora?

Come puoi essere sicuro che tutto andrà nel modo previsto?

E poi non ti vergogni di riservare a te solo gli avanzi della tua vita, di dedicare al tuo equilibrio interiore solo il tempo che ormai non può essere impiegato per nessuna attività?

E' troppo tardi cominciare a vivere quando ormai è ora di smettere.

 Impegnamoci:

solo in questo modo la vita sarà un bene; altrimenti è solo un inerte attardarsi, e vergognoso anche, se ci si attarda tra infamie e ignobili intenti.

Cerchiamo dunque che ogni momento ci appartenga: ma non sarà possibile, se, prima, non cominceremo noi ad appartenere a noi stessi